Dantina - Storie Uniche da Raccontare

Dantina - Storie Uniche da Raccontare

Benvenuti nel Mondo di Dantina 

Oggi con "Storie Uniche da Raccontare" ti portiamo nel cuore della Toscana, dove la tradizione artigiana incontra il colore e tanta dolcezza.

Vi presentiamo Altea, una giovane designer di 26 anni laureata in Disegno Industriale e fondatrice di Dantina.

La storia del suo Brand parte da una necessità: si rompe un astuccio e sul mercato non ci sono alternative all'altezza per sostituirlo. Così Altea, armata di macchina da cucire e con alle spalle il sapere di sua mamma, ha creato il suo primo beauty case. Da lì, il passaparola delle amiche ha trasformato una singola creazione in un vero e proprio brand amato in tutta Italia.

Il nome, Dantina, è un bellissimo omaggio al nonno di Altea, Dante, storico commerciante di biancheria e uomo dall'energia contagiosa. Il marchio che unisce la passione per il design con la ricchezza del tessile pratese e l'abilità del cucito artigianale pistoiese: ogni beauty case è realizzato a mano in Toscana con tessuti di alta qualità, ed è pensato per custodire non solo i tuoi oggetti, ma anche rappresentare un po' della tua personalità.

Dantina nasce da un piccolo problema e si trasforma poi in una bellissima avventura. Cosa ti ha spinta a dire, in quel momento, "me lo creo da sola"?

"Guarda, il mio vecchio astuccio, dopo anni di onorato servizio, mi ha lasciata a piedi. Da lì ho iniziato a cercare per negozi e online, ma non trovavo nulla che mi emozionasse: amo le stampe, i colori, lo stile allegro, ma in giro trovavo solo astucci troppo seri che non mi rispecchiavano per niente. Io studiavo design industriale e avevo bisogno di praticità e spazio per i miei strumenti, un'esigenza che un astuccio banale non poteva proprio soddisfare. Così, ho scelto un tessuto con stampa unicorni, ho preso coraggio (e qualche lezione da mia mamma!) e ho deciso: 'Se il mercato non ce l'ha, lo creo io!' È stato bellissimo: appena l'ho finito, i miei compagni di corso sono impazziti. Lì ho capito che non era solo un mio problema, ma un desiderio condiviso di avere accessori che fossero belli e funzionali."


Il nome scelto per il marchio è un omaggio a tuo nonno, dove lo rivedi in Dantina e come ti ha ispirato?


"Mio nonno, Dante, era un commerciante storico di biancheria a Pistoia e un vero giramondo, ha viaggiato per tutta Italia! La cosa divertente è che amava moltissimo il suo beauty case: un accessorio pratico e imprescindibile, e pur di non partire senza, tornava indietro a recuperarlo anche dopo esser partito! Lui lo rivedo in tante caratteristiche di Dantina: in primis, i miei beauty case, proprio come faceva lui, viaggiano in tutta Italia. Ma soprattutto, Dante è un nome in cui tantissimi clienti si rivedono, o trovano un collegamento con le loro storie familiari. È un modo bellissimo per onorare lui, la sua passione per il lavoro e per le cose fatte bene."


I tuoi beauty case sono nati come astucci per l'università e si sono evoluti anche grazie al passaparola delle tue amiche. Qual è stata la prima cosa che ti hanno chiesto di personalizzare e quanto è importante per te che i tuoi accessori rispecchino la personalità di chi li indossa?


"Dopo i miei amici, le prime clienti al di fuori del mio giro erano tutte concentrate sulla possibilità di lasciare spazio alla propria personalità, scegliendo i tessuti e gli abbinamenti. Il punto di svolta è arrivato quando una ragazza mi ha chiesto un beauty ricamato da regalare a un'amica che si sposava. Da lì, non mi sono più fermata: oggi i prodotti personalizzati superano di gran lunga quelli in pronta consegna! Nomi, soprannomi, frasi simpatiche… Personalizzare mi aiuta anche a creare un legame con chi acquista: so che i miei clienti hanno pazienza, capiscono e rispettano il lavoro artigianale. Ed è bellissimo vederli spottare il loro ordine quando filmo il processo! Significa che l'accessorio è già diventato loro."


Quanto ha influito la tua formazione accademica rispetto al sapere pratico ereditato dalla tua famiglia nella creazione dei tuoi accessori?


"Sai, studiare Disegno Industriale mi ha dato una cassetta degli attrezzi fondamentale: mi ha permesso di approcciarmi a programmi complessi e mi ha dato una spinta iniziale. Però, devo ammettere che l'80% del lavoro che faccio oggi l'ho imparato dopo, da autodidatta, continuando a studiare da libri e mettendo sempre in pratica ciò che scoprivo. Il sito, il marketing e la visione strategica sono nati molto dal percorso universitario, ma Dantina non esisterebbe senza le mani di mia mamma. È lei che mi ha trasmesso il sapere pratico del cucito, quel background familiare legato alla biancheria toscana che è la vera materia prima delle mie creazioni."

Il tuo legame con la Toscana è radicato: in che modo i territori e le tradizioni artigiane di Prato e Pistoia rappresentano il cuore delle tue creazioni?


"Sento un fortissimo legame con tutta la Toscana, non solo Prato e Pistoia, ma con quel modo di vivere con leggerezza che cerco di portare anche nel lavoro. Mia mamma è di Pistoia, e lì ho vissuto la cultura della biancheria e del corredo, mentre con babbo (di Prato) ho respirato la cultura del tessile di altissima qualità. È questo incrocio di tradizioni che mi permette di scegliere i migliori tessuti per i miei accessori. Credo tantissimo nel Made in Italy e l'artigianalità che parte proprio dalla provincia. E spero che, mostrando tutto il lavoro e i passaggi che si nascondono dietro un prodotto fatto a mano, questa nostra tradizione torni in auge!"


Scegli solo tessuti di ottima qualità, c'è un tipo di tessuto o un dettaglio che ti emoziona particolarmente quando lo utilizzi?


"Mi emoziona tantissimo usare i tessuti di cui disegno io stessa la stampa! Non è un processo facile né economico, quindi li produco poche volte all'anno. Parto disegnando a mano, poi passo a Illustrator e ci metto ore a studiare come far incastrare la grafica sul prodotto finale. In generale, adoro i colori chiari, pastello e le stampe giocose che riflettono l'identità di Dantina. La cosa più bella è che i miei prodotti riescano a far tornare bambini i miei clienti, anche solo per un momento. Sono piccoli scrigni d'infanzia da portarsi sempre dietro per ricordarsi di vivere la vita con un po' più di leggerezza."

Qual è il sogno nel cassetto per Dantina? C'è un prodotto o una collaborazione che ti piacerebbe tantissimo realizzare in futuro?

"Il sogno più grande, in primis, sarebbe quello di creare posti di lavoro e allargare il team Dantina, che per ora sono solo io, ahah! Vorrei creare uno spazio sicuro, collaborativo, che lasci fuori tutte quelle dinamiche arretrate del mondo del lavoro. E sarei super a favore degli animali domestici in ufficio! Parlando di collaborazioni, mi piacerebbe tantissimo lavorare con un brand beauty o make-up cruelty-free – è una certificazione che cerco sempre nei miei acquisti ed è un passo importante per il brand. Ma anche collaborare con marchi di cancelleria mi appassiona, è un mondo che sento molto mio! Dantina ha tanti sogni e tanti progetti, anche legati al territorio, come quello di un pop-up store o di una newsletter ‘itinerante’ che parli della mia Toscana."

Qual è il consiglio più prezioso che daresti a una ragazza che sta pensando di lanciare il proprio small brand, magari partendo proprio dal cucito?

"Il consiglio più prezioso è semplice ma difficile: non mollare mai. All'inizio si cresce lentamente, e lasciarsi abbattere è facilissimo. Non bisogna farsi spaventare dai piccoli errori o dalle poche vendite. La pratica è tutto, soprattutto con il cucito! E non bisogna puntare alla perfezione, l'importante è provarci. La costanza è la vera chiave. Certo, a volte sparisco per smaltire gli ordini, ma non bisogna farsi dimenticare. E all'inizio è difficile esporsi sui social, ma ti assicuro che è solo questione di abitudine: ora filmo tranquillamente e anzi mi diverto a farlo! Inoltre far vedere chi c'è dietro a un Brand è fondamentale per costruire quella fiducia e quel legame con i clienti che ti porta ad avere successo."

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- SP

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